Francesca Mereu, Birmingham, Alabama.
Energia è la parola che meglio descrive la musica e la personalità di Steve “Lightnin’” Malcolm, un artista capace, come pochi, di ricreare con chitarra, percussioni e voce l’atmosfera di un juke joint.
Nato del Missouri rurale a metà degli anni Settanta, Malcolm si è infatti formato musicalmente nei juke joint e nelle chiese nere del Mississippi, dove vi si trasferì ancora teenager. Un percorso molto originale per un musicista bianco.
La scorsa primavera questo artista, ha riempito con la sua musica le mura della nostra casa di Birmingham.
Gli house concert di blues sono organizzati a Birmingham dalla Magic City Blues Society per permettere agli artisti di guadagnare qualche dollaro in più rispetto ai club (tutti i soldi dei biglietti vanno a loro) e al pubblico d’avere un contatto diretto con i musicisti.
Il risultato è stato più di tre ore di musica ininterrotta e un pubblico di tutte le età che ballava al ritmo di una musica viva, energica un ottimo mix di hill country blues, rock, funk, soul, gospel, reggae. Il meglio, insomma, di questo artista conosciuto per i suoi ritmi originali.
A quelli che a fine concerto gli hanno chiesto da dove veniva la sua energia, Lightnin’ Malcolm ha raccontato che nei juke joint del Sud ha imparato in fretta a riempire i locali suonando (come ha fatto a casa nostra) come one man band (band composta da una sola persona).
«I juke joint sono stati un’ottima scuola» ha detto, «Ho iniziato come one man band e alla gente piace, perché, credo, gli sembra impossibile che una persona da sola possa fare tanto rumore». (ride)
«Ho suonato in posti nei quali, se non facevo ballare la gente, non mi pagavano. In juke joint dove prima che iniziassi a suonare, la gente ballava in pista con la musica dei jukebox. Si divertivano come se non esistesse un domani e io dovevo tenere alta quella energia. Ero il solo ragazzo bianco nel giro di diverse miglia e appena iniziavo a suonare la prima cosa che dovevo fare era conquistare il pubblico, entrare in sintonia con loro, far ballare le donne. Se ci riuscivo la serata era a posto e da allora è quello che faccio. La più bella soddisfazione per un artista è vedere il pubblico ballare. Se la gente balla vuol dire che la tua musica funziona».
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