Siamo nella Boston del 2009. Richard Bower è un giovane giocatore di hockey americano che sta per laurearsi in fisioterapia e sogna la carriera di giocatore professionista.
I contratti che, però, sperava di firmare non arrivano. Riceve, invece, una strana lettera da una squadra di hockey tedesca che lo invita a far parte del loro team. Nella lettera si accenna anche alla possibilità di giocare nella nazionale tedesca. Chi l’ha scritta sostiene, infatti, che Richard abbia origini tedesche e potrebbe, quindi, richiedere la cittadinanza. Richard è stupito: la sua famiglia è ebrea e vanta antiche radici bostoniane. Il giovane inizia a investigare sulla storia della sua famiglia e scopre che suo nonno Rudolf era tedesco e campione di hockey ai tempi della Germania nazista. Chi era veramente nonno Rudolf e perché la famiglia di Richard ha cercato per settanta anni di nascondere le proprie origini tedesche?
Il romanzo di Renato Ghezzi si ispira liberamente alla vera storia di Rudi Ball, giocatore di hockey tedesco e l’unico ebreo ad avere giocato per la Germania nelle olimpiadi del 1936, grazie alla solidarietà dei suoi compagni di squadra.
“Seconda possibilità” è un libro di più di trecento pagine che finirete in un baleno. L’autore sa molto bene come tenere viva l’attenzione del lettore rivelando piano piano i particolari della vita di nonno Rudolf e i segreti della famiglia di Richard.
Bisogna arrivare fino alla fine del romanzo per far emergere una verità nascosta per tanti, troppi anni.
La penna di Renato Ghezzi ci porta a Boston, in Germania, in Canada. L’autore descrive posti, mentalità, culture diversi in modo perfetto. Lo stesso vale per i fatti storici. Renato Ghezzi fa rivivere nelle pagine del suo libro l’atmosfera della Germania nazista. Ho amato in modo particolare la storia della squadra di hockey tedesca che rifiuta di giocare alle olimpiadi del 1936 senza uno dei suoi membri: l’ebreo Rudi Bauer, ossia il più forte attaccante degli anni ’30. Un libro così ben ricercato che ho dovuto chiedere all’autore che tipo di lavoro avesse svolto per riuscire a ricreare luoghi e atmosfere storiche: «È stato un lavoro continuo», mi ha spiegato Renato Ghezzi, «scena per scena […]. Ho letto parecchio sulla Berlino degli anni Trenta, per il capitolo della notte dei cristalli.»
L’autore è venuto, invece, a conoscenza della storia del giocatore di hockey ebreo grazie a un programma di Radio Popolare.
«Nel 2009 Evan Kaufmann, giocatore americano ebreo, accettò di giocare per il Dortmund e scatenò le ire delle comunità ebraiche americane. La notizia fu riportata anche da Radio Popolare che citò Rudi Ball come esempio di ebreo che giocò per i tedeschi nel ’36. Trovai un libro: “The Rudi Ball Story” […] e da lì trassi molte notizie.»
Una storia di solidarietà, tradimenti, sport e amore, con personaggi che vi terranno compagnia e di cui difficilmente vi separerete. Ho amato in modo particolare la scrittura chiara e senza fronzoli dell’autore. Bravo davvero!
Editore: Le Mezzelane Casa Editrice
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Renato Ghezzi è nato a Milano nel 1957 e ha vissuto sempre nell’hinterland milanese. È sposato con Rosa e ha un figlio, Stefano, musicista. Ingegnere elettronico, dopo una carriera nel mondo dei computer e delle telecomunicazioni, abbandona quelle attività per dedicarsi alla sua vera passione: la scrittura e il lavoro editoriale.
Pubblica nel 2014 la sua prima raccolta, “Hockey per negati”, a cui segue nel 2016 “Solo bella gente”, entrambe dedicate al bizzarro e straordinario ambiente dell’hockey su ghiaccio.
Incontra Le Mezzelane a fine 2016, inviando un racconto pubblicato nella raccolta “E dopo?”
Nel 2018 un suo racconto viene selezionato per la raccolta “Chiamami per nome”, sempre per Le Mezzelane.
Oggi fa parte dello staff della Casa Editrice, in veste di editor e di coordinatore del gruppo delle autrici e degli autori lombardi.
È presidente della Lega Cisalpina Hockey Ghiaccio.
Ama viaggiare, leggere e coccolare le sue due gatte.